Vestivamo alla petroliera

da | 3 Gen, 2018 | Lifestyle

Che molti dei nostri abiti siano fatti col petrolio è una affermazione forse semplicistica, ma che non manca di verità.  Non sono solo gli abiti a derivare dal petrolio: più in generale sono le materie plastiche (o, meglio ancora, i polimeri) che lo utilizzano come materia prima.
Nel mondo dell’abbigliamento esistono due tipi di fibre che si contrappongono a quelle “naturali”. Da un lato ci sono le fibre sintetiche, dall’altro le fibre artificiali.

Le fibre artificiali

Le fibre artificiali non derivano dal petrolio ma da fonti rinnovabili.
L’acetato per esempio – comunemente usato nelle tute da ginnastica – e il raion (o viscosa), fibra che imita la morbidezza e lucentezza della seta – sono prodotti a partire dalla cellulosa, che a sua volta si trova nei vegetali. E’ la stessa materia con cui si produce la carta. Per trasformare la cellulosa in fibre adatte alla tessitura occorrono trattamenti chimici specifici. Per questo motivo nella struttura chimica dell’acetato si inseriscono acetati al posto di altri sostituenti. La viscosa, invece, viene prodotta a partire dalla polpa di legno degli alberi (ma anche del cotone o della paglia) trattata con una soluzione di soda caustica, cui si aggiunge solfuro di carbonio.

 

Le fibre sintetiche

Le fibre sintetiche propriamente dette sono quelle che derivano dal petrolio. La genealogia che dall’oro nero porta fino ai nostri capi di abbigliamento passa attraverso una catena di reazioni, che cominciano con la distillazione del petrolio in raffineria. Il polimero più utilizzato nell’abbigliamento è il poliestere, che da solo copre una buona percentuale del consumo mondiale di fibre tessili (attorno al 20%). Il poliestere è molto elastico e ha la caratteristica di perdere facilmente le pieghe. Per questo motivo viene utilizzato per i capi “no-stiro”. Con il poliestere vengono prodotti i maglioni e gli altri indumenti in pile. Negli ultimi tempi si stanno affermando anche capi in poliestere riciclato, che permettono di dare al proprio abbigliamento sintetico una certa allure ecologista.
Dopo il poliestere la fibra sintetica più utilizzata è probabilmente il nylon poliammide: le due varianti più comuni (il Nylon-6 e il Nylon-6,6) si ottengono rispettivamente dal caprolattame (una molecola ad anello di 7 atomi) e da acido adipico ed esametilendiammina. Il nylon ha ottime proprietà meccaniche (si utilizza anche per la fabbricazione di corde), è gradevole al tatto ed è molto elastico, cosa che permette di utilizzarlo anche per capi che devono aderire alla pelle.

 

Pubblicità
Pubblicità

I più letti

I più letti

Criticare e correggere: è proprio necessario? 

Focalizzarsi sull’errore, criticare e giudicare non aiuta a crescere. Esiste un metodo alternativo per relazionarci con i nostri figli? L’intervista a Carlotta Cerri, creatrice di La Tela ed Educare con calma

100 cose da fare con i bambini

Si chiama “toddler bucket list” e serve tantissimo quando c’è tempo libero e manca l’ispirazione. Una lista di cose da fare con i bambini a casa e all’aperto

Pavimento pelvico: guida all’uso

Dallo stato di salute del nostro pavimento pelvico dipende il benessere fisico, psicologico e sessuale delle donne, come ci ha raccontato l’ostetrica specializzata Laura Coda