Amare gli alberi per cambiare il mondo

da | 8 Apr, 2024 | Green, Lifestyle

Gli alberi sono meraviglia della natura e preziosi alleati da conoscere, curare, custodire

Sono presenze discrete e silenziose, ci regalano bellezza e aria pura. Li sfioriamo, li tocchiamo, ma non li conosciamo. Ignoriamo il loro nome e spesso l’importanza che hanno per la nostra vita nonostante siano sulla terra da 400 milioni di anni. Sono gli alberi. Secondo uno studio del Royal Botanic Gardens, Kew, sono circa 391 mila le specie di piante vascolari (ossia, dotate di radice, tronco e foglie) conosciute, di queste il 94 per cento è composto da piante fiorite.

Alleati preziosi 

Gli alberi sono molto diversi tra di loro: imponenti, esili, resistenti, fragili, flessibili, rigidi, scortecciati e altri con una corteccia spessa e rugosa, frondosi, spogli, malinconici e vivaci. Come noi. Ogni albero ha il suo ambiente. Alcuni prediligono terre terreni umidi altri quelli secchi, chi la montagna e chi le valli o le pianure, chi cresce nelle foreste pluviali e chi solitario lungo i bordi di un marciapiede. Tutti, nel corso degli anni, hanno sviluppato la struttura che permette loro di sfruttare al meglio la luce disponibile (ad esempio le conifere, tipiche dei climi più freddi, hanno una forma conica per meglio immagazzinare la luce quando il sole è basso all’orizzonte, oltre che per far cadere più facilmente la neve).

Gli alberi lavorano per la nostra esistenza in modo fondamentale, sono uno strumento (non l’unico) straordinario per mitigare la crisi climatica e difendere la biodiversità: assorbono anidride carbonica ed emettono ossigeno, contribuiscono a contenere le alluvioni, a stabilizzare le temperature e a frenare l’azione dei venti, a salvaguardare le popolazioni di insetti, mammiferi e uccelli. Inoltre fanno ombra e fresco e riducono l’inquinamento acustico. Ci danno la possibilità di gustare succulenti frutti, di ammirarne i fiori in primavera e il variegato fogliame in autunno, ma anche di costruire oggetti, perché, come ci ricorda Gianni Rodari, per fare “un tavolo ci vuole un albero”. È provato che migliorano l’umore e la salute psichica e fisica, abbassano la pressione, riducono lo stress, l’ansia e la depressione. 

Disboscamenti sconsiderati

E pensare che noi li abbiamo abbattuti, li abbattiamo ancora, in modo sconsiderato. Si calcola che nel mondo, ogni anno, vengono tagliati 10 milioni di ettari di foresta, un’area grande come il Portogallo. Nel 2021Più di un terzo di questa perdita è avvenuta in foreste tropicali primarie, cioè antiche e mai venute a contatto con l’attività umana, abitate da specie autoctone e maggiormente capaci di assorbire anidride carbonica” (Focus.it). L’agricoltura industriale e, in particolare, l’allevamento intensivo, sono la principale ragione dei disboscamenti; e poi urbanizzazione, sfruttamento eccessivo delle risorse legnose, crisi climatica, consumo di prodotti da terreni deforestati (olio di palma, cacao, soia, …). Insomma l’egoismo, l’ossessione della crescita, il pensiero di essere superiori alla natura ha fatto sì che, come scriveva Italo Svevo, un secolo fa, nella Coscienza di Zeno: “La vita attuale è inquinata alle radici. L’uomo s’è messo al posto degli alberi e delle bestie ed ha inquinato l’aria”. Questa visione antropocentrica ha portato a mettere a repentaglio anche la vita  degli esseri viventi che condividono il pianeta con noi. Tutti esposti alle intemperie e alla inciviltà. Le seconde molto più dannose delle prime. “Anche la Terra temerà le leggi immutabili del creato. Noi no. Noi propaggine ribelle di molto ingegno e poco senno, distruggeremo e corromperemo sempre più in fretta; presto presto, dilatiamo il deserto nelle selve dell’Amazzonia, nel cuore vivo delle nostre città, nei nostri stessi cuori” (Primo Levi, L’almanacco, 1987). 

Imparare a riconoscerli come primo passo per prendersene cura

Degli alberi conosciamo poco, o ne ignoriamo le molte funzionalità. A dire il vero ne ignoriamo anche il nome. Mentre sappiamo riconoscere razze animali, automobili, spesso, rileghiamo un tiglio, un’acacia o un castagno nell’anonima definizione di albero. Riconoscerli, chiamarli per nome (senza per questo essere esperto botanico) vuol dire legittimarli, conferirgli un’identità propria. Potrebbe essere il primo passo per prendercene cura. Allora suggerisco due libri pubblicati da Slow Food Editore. Uno per bambini che può essere letto anche dai grandi, Arborama: un libro ricco di immagini e di curiosità per imparare a riconoscere gli alberi scoprendo le loro incredibili storie. L’altro, anch’esso ricco di illustrazioni e di consigli, si intitola Un mondo di alberi con un sottotitolo significativo: Sceglierli, piantarli, curarli e… Cambiare il mondo. Gli alberi sono una vera meraviglia della natura curiamoli, amiamoli, impariamo a conoscerli: loro sono nostri preziosi alleati. Distruggere gli alberi è un po’ distruggere noi stessi.

Di Valter Musso – v.musso@slowfood.it

slow food editore

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