Caterina e le scoperte che l’America… 

da | 23 Nov, 2021 | caterina, Lifestyle, Persone

… sta portando nella vita del Figlio Grande, del Figlio Piccolo, e di Caterina stessa 

Già, perché il Figlio Grande è partito per gli States e da due mesi a questa parte la mattina mangia anellini di cerali arancioni e verdi che sanno di cannella e menta (davvero?), a pranzo, a scuola, può scegliere tra l’hamburger con il nome della high school, i nuggets di pollo e la pizza, e questo ogni giorno della settimana (sì, mamma, ci sono anche frutta e verdura, tranquilla), mentre la sera insegna alla famiglia ospitante a cucinare il risotto.

Vive in una casa del Midwest tra laghi e colline, i caprioli che fanno capolino all’incrocio del prato con il bosco, qualche negozio di abbigliamento vintage che lo rende molto felice, un cane che dorme con lui e che si chiama Koda, un soggiorno dove ci sono calcetto, biliardo e tavolo da ping-pong.

Ha scoperto che dall’altra parte del mondo c’è una famiglia felice di ospitare per nove mesi un giovane che vuole vivere un’esperienza di studio fuori dall’Italia e farlo presto, non appena possibile, a diciotto anni compiuti da pochissimo.

Ha scoperto di saper prendere tre aerei da solo, di essere in grado di passare dogane e controlli, di spiegare perché non ha green card ma un documento per studiare un anno negli States a un impiegato che non lo sapeva e che gli ha dato un po’ di filo da torcere, di poter parlare in inglese per dire chi è e di che cosa ha bisogno.

Ha scoperto che gli armadietti, a scuola, ci sono davvero, che John, o Corman o Bella gli daranno un passaggio a casa in auto dopo l’orario scolastico, dopo le sei ore in cui, ogni giorno, segue le sei materie che ha scelto per il primo quadrimestre.

Che farà test sull’apprendimento ogni settimana, che i professori e le professoresse sono anche un po’ amici e un mucchio di altre cose, piccole e grandi cose e soprattutto assapora come queste cose gli stiano addosso e intorno e che anche lui ha così tanto da scambiare, da raccontare, da dire e da scoprire tra le belle connessioni di idee e di visioni che nasceranno dagli incontri che farà. 

Ma non è solo chi parte, che scopre tante cose di sé e del mondo grazie all’America. Ma anche chi resta qui: il Figlio Piccolo, ad esempio, che non è più tanto piccolo, ha scoperto che il fratellone ha lasciato dietro di sé una scia di oggetti e abiti piuttosto interessanti dei quali impossessarsi “tanto per nove mesi lui non c’è…”, nonché una camera dove poter ospitare più comodamente gli amici, e che è bello (davvero? Per quanto?) avere le attenzioni della mamma tutte per sé, e che mentre non aveva mai preso in considerazione l’idea di partire, adesso che vede il Grande così entusiasta inizia a pensare: sai che c’è, voglio scoprire anch’io un sacco di cose grazie all’America… ma non solo qui, voglio proprio partire, quando arriverà la quarta liceo. 

E poi c’è Caterina, che ha scoperto, grazie all’America e a questa esperienza del figlio grande, l’America stessa, della quale non aveva mai avuto il mito, ma che ora la sta conquistando, con le sue contraddizioni, la sua vastità, le sue storie incredibilmente attuali, dolorose, indignanti e meravigliose, nei libri di Francesco Costa, negli splendidi podcast di Marta Ciccolari Micaldi, altrimenti detta la McMusa, nei libri della casa editrice Black Coffee.

E poi ha provato quel sentimento così particolare, intenso, di lasciar andare nel mondo il proprio Figlio, vedendolo accolto da una famiglia ospitante, con la quale si sente in sintonia, pur nelle differenze, ed è una sensazione bellissima, di saluto e di dolcezza, che come un boomerang buono è tornata indietro disegnando nell’aria la forma di una possibilità: e se, da gennaio a giugno, ospitassimo anche noi, nella camera che il Figlio Grande lascerà libera fino all’anno prossimo, uno studente o una studentessa che vengono da lontano? 

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