Montagna slow

da | 31 Lug, 2023 | Green, Lifestyle, Viaggi

Avventurarsi tra i sentieri, scorgere gli animali, assaggiare le prelibatezze di alta quota: la montagna vissuta slow è più bella

Per chi vive in città, solo l’aumento delle ore di luce e il variare della temperatura segna il cambio delle stagioni. Il mutare dei colori, dei profumi e dei sapori che offrono, invece, la collina e la montagna, dal risveglio della natura sino al suo riposo, sono incantevoli. Allora quale miglior modo per scoprire questi doni che avventurarsi tra i tanti sentieri che come arterie solcano i nostri pendii? Ci sono itinerari per tutti i gusti, per le famiglie e per i più esperti, per chi vuole solo passeggiare piacevolmente e per chi è un camminatore allenato. Percorsi studiati per sfatare un falso mito che recitava che la montagna non è per tutti. Naturalmente è richiesta un po’ di attenzione e un minimo di attrezzatura adeguata. Un paio di scarponcini, uno zaino, acqua, un cappellino, una giacca impermeabile e non avere la pretesa di raggiungere a tutti i costi la vetta. Il bello della montagna si può vivere anche più in basso. Anzi, la montagna vissuta in modo slow offre un patrimonio naturale unico fatto di fiori, piante, paesaggi, acqua, animali, specialità gastronomiche, silenzi rotti da fruscii e dai canti degli uccelli. Un ambiente da godere e respirare a pieni polmoni, un vero toccasana per l’anima e la salute. 

Boschi e pascoli, fiori ed erbe

Allora partiamo con lo spirito della scoperta. Passo dopo passo, facciamoci catturare dalla biodiversità che ci circonda e dal meraviglioso paesaggio, frutto di migliaia di anni di convivenza fra uomo e natura. I boschi si alternano a pascoli e a terreni terrazzati dove si coltivano orti, frutteti e produzioni agricole di sussistenza. I pascoli pieni di fiori ed erbe differenti sono una gioia per la nostra vista. Il pasto ideale per gli impollinatori, importanti per la nostra sopravvivenza, e per i ruminanti, che l’allevamento intensivo ha trasformato in consumatori di mais e soia, ma che, per loro natura, dovrebbero mangiare erba per trasformarla in un latte molto diverso da quello che troviamo quasi sempre sul mercato. 

Sosta in malga

Se gli animali mangiano erba e fieno di prato stabile (ricco di varietà erbacee e floreali), infatti, il loro latte e i formaggi sono ricchi di vitamina E, di beta-carotene e di omega 3, acidi grassi importanti nel metabolismo del colesterolo, e hanno uno spettro di sapori e profumi più ampio e complesso. Insomma, sono più buoni e più sani. Non solo, i prati sono un ottimo strumento per assorbire CO2. Per questo dovremmo farci promotori di prati stabili ovunque anche nella pianura Padana, nelle città.

Un progetto fondamentale che Slow Food ha messo al centro della prossima edizione di Cheese (manifestazione dedicata alle forme del latte) a Bra dal 15 al 18 settembre. Dove saranno protagonisti anche i pastori che abitano le tipiche malghe dedicate all’alpeggio che si possono incontrare lungo il percorso. Alcune sono ottime soste per un ristoro, altre per un semplice acquisto con la consapevolezza di fare qualcosa di buono per la montagna (per l’ambiente) e per il nostro palato (consultando il web si trovano suggerimenti per andare per malghe). 

Le delizie delle erbe spontanee

L’attenzione dello sguardo ci porta anche in contatto con erbe selvatiche e commestibili, componenti essenziali di molti piatti di montagna. Le giovani foglie delle ajucche sono l’ingrediente essenziale dell’omonima zuppa (Piemonte) o l’aglio orsino che dà un tocco di elegante sapore ai canederli (Trentino Alto Adige), o il verde buon Enrico (o spinacio selvatico) che aggiunto alle patate e alla ricotta dà colore e gusto agli gnocchi, o ancora il radicchio del monte da mettere sott’olio (Friuli Venezia Giulia), i prelibati e dolcissimi germogli e frutti dei rovi, l’elegante bistorta o i conosciuti tarassaco e ortica.

L’elenco è infinito per questo ci si può far aiutare da un libro (Atlante gastronomico delle erbe di Andrea Pieroni) o se uno vuole vivere un’esperienza pratica indimenticabile il consiglio è andare nella verde Valchiusella e stare una giornata con i magistri e le magistre di erbe (www.erbedivalchiusella.it) che per mano vi condurranno alla scoperta, raccolta e trasformazione delle erbe spontanee. Un’avventura emozionante per tutti. Allora potete fregiarvi del titolo di “conoscitore o conoscitrice della montagna”, perché i buoni raccoglitori sono le persone che riescono a riconoscere i segni che la natura dissemina lungo sentieri, pascoli e boschi.

di Valter Musso

www.slowfood.it

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