Monte Rosa Randò, un trekking di famiglia

da | 23 Set, 2019 | Lifestyle, Viaggi

Il trekking del Monte Rosa: da quattro a sette giorni di cammino su un percorso ad anello adatto anche ai bambini

Gli zaini aperti sono appoggiati ai letti dove Nora e Miriam stanno dormendo. Il contenuto è esploso in tutta la stanza: frutta secca e barrette energetiche, pantaloncini azzurri, magliette e windstopper multicolori. Nessuna delle ragazze fa caso al raggio di luce che filtra dalla finestra. Tra pochi minuti suonerà la sveglia e noi ci siamo alzati un po’ prima, giusto per gustarci questo capolavoro di caos assoluto, come assistere alla nascita dell’universo pochi secondi prima del big bang.

Ci troviamo a metà del Monte Rosa Randò, uno splendido trekking di 98 chilometri che si alterna fra il versante sinistro e destro della Val d’Ayas, in Val d’Aosta. Sono necessari diversi giorni di cammino per completare questo percorso assolutamente affascinante. 

Le ragazze che ci accompagnano sono alla prima esperienza di camminata continuativa plurigiornaliera. Finora è andata bene, nel complesso sembrano aver colto il lato esaltante dell’esperienza: vita a contatto con la natura, valore delle cose essenziali – mai come portando uno zaino si comprende il peso del superfluo – e la bellezza di un percorso ad anello che permette di visitare posti sempre nuovi.

Noi adulti sappiamo che in ogni trekking c’è la giornata “no”, ma non è questa. L’aria frizzante ci galvanizza e ci fa affrontare il dislivello con la spensieratezza delle gite scolastiche. Il merito è nel percorso, vario e piacevole, che lo rende adatto anche alle famiglie con bambini e ragazzi.

Montagna con tutti i comfort

Non è facile percorrere un trekking con i figli perché non è scontato che piacerà la semplice attività di camminare, un giorno dopo l’altro, zaino in spalla e niente distrazioni elettroniche. Serve una certa predisposizione all’annoiarsi, o almeno a restare qualche tempo con i propri pensieri, attitudine rara in questi tempi smart. 

Il Monte Rosa Randò è il banco di prova perfetto per un trekking plurigiornaliero. I vantaggi del percorso sono numerosi. Si pernotta in caratteristici alberghetti di borgata e non nei rifugi d’alta quota, suggestivi ma privi di qualche comodità.

Le fatiche del giorno vengono ricompensate dall’accoglienza dei paesi di fondo valle, tra polente, spezzatini, castagne al lardo e ristoranti gourmet, assaporando vini valdostani DOC e prodotti della terra per piatti tipici veramente a chilometro zero. Volendo, si può usufruire di un servizio di trasporto bagagli per camminare in leggerezza, del supporto di una guida, del pranzo al sacco preparato dall’albergo e di una giornata a Monterosaterme. Anche questo è il bello. 

Si parte con la land art

Il percorso comincia da Challand-Saint-Victor, a quota 700 metri. La prima tappa è il Castello di Villa-Challand e la curiosa ChalLandArt, installazione di Land Art su un sentiero alquanto ripido. Le opere d’arte immerse nella natura sono destinate, con il tempo, a tornare alla natura e la prima a darci il benvenuto è una balena nel bosco. Poi matite giganti, fiori colorati, un’ape che traina un intero alveare.  

Dopo il Col d’Arlaz (1030 m) si segue il corso del Rû d’Arlaz. I ru sono i canali irrigui scavati a “picca e pala” per portare acqua dall’alta valle fino ai versanti assolati della bassa. Chilometri e chilometri di ingegneria idraulica con la pendenza esatta che assicura di non restare a secco ma nemmeno di far correre troppo l’acqua. Hanno funzionato così bene, nei secoli, che ancora oggi sono utilizzati, a volte modificati o interrati, spesso mantenuti così com’erano, scavati nella roccia viva.

Ad affascinare i bambini c’è la cascata d’Arlaz, uno scenografico salto d’acqua a due passi dal sentiero. La chiesetta di Sant’Anna, panoramica e con massi da scalare, ci porta al fine tappa che si affianca a un percorso-vita, con scalette e slalom in cui i più piccini potranno sperimentare le (loro) inesauribili energie. La prima tappa, da Challand-Saint-Victor a Challand-Saint-Anselme ha un dislivello di +750 metri e -350 metri. Si sviluppa per 12 km, che equivalgono a 5 ore di cammino al netto delle soste.

Trekking Monte Rosa

Secondo giorno: le miniere 

Da Challand-Saint-Anselme, liberi dal peso dello zaino, si va alle miniere abbandonate di Bechaz (1550 m) sfruttate nel 1700. Sono ingressi di gallerie (non entriamo, per carità!) e pozzi di estrazione con pannelli didattici che ci aiutano a ricostruire la miniera viva.

Il resto della tappa segue il Ru tra pascoli e boschi fino alla presa d’acqua, dove nasce, per arrivare al bucolico e rilassante laghetto di Brusson (1300 m) e alla grande area verde con parco giochi e gonfiabili. Da Challand-Saint-Anselme a Brusson il dislivello è +700 metri; -500 metri; 11 km; 5 ore.

Su su fino al Monte Rosa

La terza tappa porta al Col de Joux e alla curiosa fontana di Napoleone, per poi seguire un altro ru: il Ru Courtod che ha l’innegabile fascino di farci percorrere ben 14 gallerie. La discesa che porta alla borgata dove trascorreremo la notte passa per il Santuario di Barmasc, interessante perché costruito su una sorgente. I piccoli saranno interessati al vicino parco giochi con un ripidissimo scivolo. Da Brusson a Antagnod: +680 metri; -250 metri; 13 km; 5 ore.

Il quarto giorno di cammino segue il Ru Courtod, che adesso è un allegro fiumiciattolo, invitante per i piedi stanchi, mentre il Monte Rosa ammicca di fronte. Da Antagnod a Saint-Jacques-des-Allemandes: +400 metri; -350 metri; 11 km; 4 ore.

La quinta tappa è senza zaini: si sale ai Piani di Verra (2060 m), prati su cui scorrazzare ed enormi massi erratici su cui fare bouldering. Si prosegue fino al Lago Blu (2210 m) dove sembra di toccare il Monte Rosa. Poi si scende di nuovo e si passa tra le sculture fatate del Plan de Villy, con gnomi minuscoli che suonano giganteschi sassofoni.

Da Saint-Jacques-des-Allemandes ai Piani di Verra a Champoluc: +600 metri; -700 metri; 12 km; 5 ore.

Trekking Monte Rosa

Ultimi giorni

Dalla sesta tappa è tutta discesa. Si segue il corso del torrente Evançon passando per antichi mulini fino a raggiungere Salomon (1650 m) dalla cui balconata si guarda l’antica strada. Si tocca di nuovo Brusson e si raggiungono le miniere di Chamousira (1550 m), dove si estraeva oro: per visitarle si può prenotare sul sito www.chamousira.it.

Si toccano le antiche pietre del Castello di Graines (1330 m) e si scende ai deliziosi Ponti Romani su torrente Evançon (750 m), chiudendo la settimana di full immersion nella natura. I percorsi sono: da Champoluc a Brusson: +350 metri; -600 metri; 13 km; 4 ore. Da Brusson a Arcesaz: +400 metri; -600 metri; 7 km; 3 ore.

Da Arcesaz a Challand-Saint-Victor: +100 metri; -600 metri; 10 km; 3 ore.

Da sapere

Il Monte Rosa Randò è alla portata di giovani escursionisti, facile da seguire anche grazie a una app con i tracciati (Montagna VdA). È necessario un abbigliamento da montagna. Il periodo ideale è da giugno a ottobre.

Per informazioni utili consultare il sito Monte Rosa Randò.

Monte Rosa Randò

 

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