Piccoli trucchi per svegliare i bambini dormiglioni

da | 19 Nov, 2021 | Lifestyle, News

Svegliare i bambini che amano dormire può essere difficilissimo. Vediamo qualche consiglio per evitare di innervosirsi e rovinarsi la giornata sul nascere

Per i miei figli il momento della sveglia è sempre stato piuttosto drammatico. Loro che fin da piccolissimi hanno manifestato l’amore per la nanna, per la sveglia tardi. Alle scuole dell’infanzia le maestre erano tolleranti; ma con l’inizio delle primarie il risveglio ha iniziato ad essere davvero faticoso. Ecco qualche consiglio per svegliare i bambini dormiglioni.

Iniziare male

Le intenzioni sono delle migliori: avvicinarsi al letto con il sorriso, la voce dolce, qualche canzoncina. Ma poi i loro tempi rallentati, praticamente eterni, fanno saltare tutti i nervi. E non c’è nulla di peggio che iniziare la giornata con l’affanno, urlando e arrabbiandosi. Svegliarsi male e in ritardo comporta poi tutta una corsa e un rincorrersi che non fa bene a loro, alla loro autonomia (perché poi si finisce per fare tutto al posto loro) e neanche agli umori dell’intera famiglia. Salutarsi con il muso poi è terribile, quindi meglio evitare i conflitti e le ansie.

Alcuni consigli basici per svegliare i bambini

I consigli per una sana routine li sappiamo tutti (in questo articolo quelli per la nanna), ma non fa mai male ricordarli una volta in più. L’ideale è creare un quotidiano abitudinario e regolare. Andare a dormire alla stessa ora, sempre con lo stesso rito ripetuto; fare cena non a ridosso della nanna, ma avere qualche tempo di distensione prima di coricarsi. Di sera ci si dovrebbe ritagliare un momento per preparare le cose per il giorno dopo: i vestiti, la cartella e la borsa per le attività extra se in programma. L’ideale è farlo insieme ai bambini per evitare al mattino i capricci perché quella maglia non piace e quei pantaloni proprio non vanno. È bene trovare un rito anche per la sveglia, possibilmente condiviso coi bambini, perché sia piacevole per tutti e soprattutto per loro. La colazione andrebbe fatta tutti insieme, con calma. Può essere comodo puntare la sveglia dei genitori un pochino prima dei più piccoli, per preparare la tavola per tutti e magari godersi in relax e solitudine il primo caffè.

La voce dei genitori è la sveglia più bella

La voce dei genitori accompagna i bambini già nella vita uterina. Ed è proprio la loro voce la sveglia ideale, insieme a tante coccole, per i piccolissimi ma anche per i più grandicelli. Ci si avvicina al bambino con gentilezza, senza sbalzi di luce o rumori improvvisi che potrebbero rendere il tutto traumatico. I più piccoli potrebbero apprezzare delle canzoncine; ai più grandi si possono dolcemente ricordare le cose meravigliose che li aspetta quel giorno. Certamente bisogna muoversi con il giusto anticipo per potersi permettere di essere davvero lenti e accoglienti.

Prenderli per la gola

Mia figlia, famosa fin da piccola per le sue grosse dormite, un giorno – da sveglia- mi ha suggerito di chiamarla prendendola per la gola. “Decidiamo insieme la colazione, e poi tu la mattina vieni e mi dici che è pronta a tavola. Però deve proprio essere quella che ho scelto io”, mi ha detto. Effettivamente richiamare i bambini col cibo, per svegliarli la mattina o per la merenda, può essere un bel trucchetto. L’idea? Stilare insiame un menù di colazioni settimanale, che sia fattibile senza stress ovviamente, e magari apparecchiare in modo giocoso e divertente (la sera prima piuttosto). Poi svegliare i bambini con un: “è prontooooo!”.

La mia prima sveglia

Poi c’è la sveglia, la tremenda tradizionale fastidiosissima sveglia, che però può diventare anche un gioco. La sveglia lancia senz’altro un grande messaggio e invito, che è quello dell’autonomia. Il bambino la sceglie, la conosce, ne capisce il funzionamento, se la imposta .. e poi la spegne al mattino per svegliarsi! In commercio c’è di tutto: ci sono le sveglie che si illuminano e che proiettano forme alle pareti; ci sono quelle con la musica; addirittura quelle con le ruote che si muovono, per cui si è obbligati ad alzarsi e rincorrerla per spegnerla. Tre cose sono importanti: la sveglia va scelta e amata dai diretti interessati, altrimenti non ne apprezzeranno e accetteranno mai la funzione. L’ora deve essere segnata in modo comprensibile, con quadrante analogico per i più grandi o digitale per i più piccoli. Ultima cosa: la sveglia scelta deve essere tollerata anche dal resto degli abitanti della casa, che comunque dovranno convivere con quell’oggetto.

La musica preferita per svegliare i bambini

Forse è una soluzione un po’ vintage, ma impostare l’accensione dello stereo con la musichetta preferita dal piccolo dormiglione può essere una buona alternativa al canto dei genitori ancora addormentati. Mio figlio chiede una musica rock per svegliarsi, ad esempio. Anche in questo caso sarebbe bene rendere autonomi i bambini nella scelta della canzone e nell’impostazione della sveglia, almeno da più grandi. Se possibile, evitiamo la sveglia musicale da smartphone, che va tenuto lontano dalla stanza da letto e che comunque ha molto meno fascino.

La voce dell’amichetta

Per svegliare i bambini ci vanno voci amiche. Ci sono alcune sveglie che consentono di personalizzare la suoneria, scaricando musiche e altri audio. Vale anche per lo stereo in realtà, se ci si attrezza con una chiavetta. Allora perché non impostare la vocina dell’amichetto o amichetta che chiama il dormiglione a vedersi o andare a fare un bel gioco? Meglio se si tratta di un compagno di scuola che davvero incontrerà, per evitare di svegliare con l’inganno.

I premi per incoraggiare

Non convince tutti, ma qualcuno propone e suggerisce anche un sistema a premi per invogliare i bambini a “comportarsi bene”. Basta stilare una sorta di calendario per obiettivi e poi stabilire i voti e premi (una stella, due cuori, tre stickers). A fine settimana ci si ritrova per valutare insieme se si sono rispettati i propositi, magari con un premio finale, che può essere un regalo o, meglio ancora, una cosa da fare insieme. Attenzione però: gli obiettivi devono essere realistici e raggiungibili, e il premio ci deve sempre essere, anche simbolico: i bambini vanno spronati, ma l’impegno va premiato, mai sminuito.

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