Scuola pubblica o privata? Meglio l’una o l’altra? Ci sono molti modi di affrontare la questione: l’aspetto educativo, quello economico, le inclinazioni del bambino, le convinzioni personali, la disponibilità di scuole specifiche nei dintorni di casa o del lavoro.
Abbiamo raccolto il pensiero di due famiglie, che si sono messe a confronto. Una pro scuola pubblica, una pro scuola privata. Leggete cosa ne pensano,
A favore della scuola pubblica
Il parere di Andrea, papà di Emma e Tommaso
“Mia moglie e io abbiamo scelto la scuola pubblica per i nostri figli – dice Andrea -. Lo abbiamo fatto con convinzione e senza ripensamenti. Prima per Emma, poi per Tommaso, che inizia la prima proprio quest’anno. Alla scuola privata non abbiamo davvero mai pensato, anche perché nella città in cui viviamo le scuole pubbliche sono ottime, con un livello di insegnamento che ci sembra superiore a quello delle private”.
Certo, a scuola bisogna portare la carta igienica, la struttura andrebbe un po’ riammodernata, non tutto è organizzato al meglio, “Ma i maestri sono bravissimi ed è quello che conta”.
In più c’è una bella varietà in classe e nella scuola. “Non ci sono solo i figli delle famiglie benestanti, ma bambini di diverse classi sociali, religioni, nazionalità. Questo ci piace e ci sembra anche che prepari i nostri figli a capire meglio il mondo del futuro, che sarà bello perché vario”.
Infine, c’è l’aspetto economico da considerare. “Non avendo degli stipendi favolosi, arrivare con due figli a fine mese non è sempre facile, bisogna fare attenzione: avessimo anche dovuto pagare una retta scolastica importante non ce l’avremmo fatta. Meglio risparmiare quei soldi e magari utilizzarli per un bel viaggio a fine anno”.
A favore della scuola privata
Il parere di Rita, mamma di Giorgia
“Per nostra figlia Giorgia abbiamo scelto una scuola privata, una scelta che è stata un po’ combattuta, ma di cui alla fine siamo molto soddisfatti – racconta Rita -. Mio marito e io abbiamo valutato i pro e contro di entrambe le scelte e per fortuna alla fine siamo giunti alla stessa conclusione: una scelta condivisa, dunque”.
Il motivo principale per cui è stata scelta la scuola privata? “Pensavamo potesse dare a Giorgia una continuità con una figura importante come quella della maestra, che la affiancasse dall’inizio del suo percorso scolastico, da settembre sino a giugno senza cambiamenti o interruzioni, garanzia che purtroppo non è proprio scontata nel pubblico”.
“Sapere di poterle offrire, al di là della formazione, anche un punto di riferimento certo soprattutto all’inizio del suo percorso scolastico ci dava una certa serenità. Durante i vari open day a cui ho preso parte per la scelta della scuola, ho constatato che mentre nel pubblico l’insegnamento delle materie non principali veniva portato avanti dalle maestre di ruolo senza una reale specializzazione, nel privato questo non avviene. Nella nostra scuola, per esempio, l’insegnamento della lingua straniera è assegnato a un insegnante madrelingua e anche l’educazione musicale e quella motoria sono affidate a insegnanti competenti e qualificati”.
14Inoltre, scegliere un ambiente privato significa sapere di inserire il proprio bimbo in un contesto un po’ più protetto e non troppo affollato, come è accaduto a Giorgia. “Il numero dei bambini, rispetto alla scuola pubblica, è un po’ più contenuto. Abbiamo pensato che meno bimbi significa maggiore attenzione dell’insegnante e migliore apprendimento”.
“Nel privato si ha anche la sensazione di poter avere un maggior dialogo con gli insegnanti e una tempestiva risoluzione di eventuali problemi, anche di socialità, all’interno della classe. Infine, ma non meno importante, nella scuola che abbiamo scelto abbiamo la sicurezza degli ambienti curati e sicuri strutturalmente”.
Poi, sia nel privato come nel pubblico, la fortuna reale è quella di trovare l’insegnante che ama il proprio mestiere e lo fa consapevole di aver tra le proprie mani gli adulti di domani.