Un gioco ideale che stimola apprendimento e abilità cognitive: c’è un puzzle per ogni età, basta valutare la difficoltà e trovare quello più adatto
Sapevate che in Sudafrica per accedere alla scuola primaria un bambino deve essere in grado di completare un puzzle 24 pezzi?
Tutti quanti attraversano il periodo “passione puzzle”. in realtà i periodi sono più di uno, quanti sono i gradi di difficoltà. Si passa dai 10 pezzi ai 1000.
Puzzle significa “rompicapo”: imparare a completarlo migliora l’autostima e rappresenta una sfida per sè stessi, sa risolvere in autonomia, o di gruppo, da fare con amici o in famiglia.
Perché regalare un puzzle
Spegniamo la TV e i dispositivi elettronici: il puzzle è un gioco che stimola l’apprendimento, favorendo lo sviluppo delle abilità cognitive e manuali e la percezione visiva. Completarlo è una sfida che comporta un approccio critico alla risoluzione dei problemi, e anche un processo mentale in cui si impara a “mettere in ordine” giocando.
Inoltre si impara poi qui la pazienza e la perseveranza, e che per risolvere i problemi “ci vuole tempo”. E anche quanto è bella la soddisfazione di raggiungere il risultato!
Come valutare il grado di difficolta?
La scelta sbagliata del puzzle può causare noia, se troppo facile, o frustrazione, se troppo difficile. Come valutarne la difficoltà? Sicuramente la prima cosa da guardare riguarda il numero e le dimensioni dei pezzi, ma anche la variazione dei colori e il dettaglio dell’immagine. Anche l’esperienza e le abilità del bambino fanno la loro parte.
Si inizia da piccolini
Si parte con puzzle dai pezzi grandi, idealmente dai 3 ai 12 pezzi, anche sotto forma di lavagna magnetica o di legno calamitato. Per i pezzi di cartone classici è meglio aspettare i 3 anni, quando il bambino smette di “assaggiare” tutto con la bocca.
Dai 5 anni inizia il divertimento
Tra i 5 e i 6 anni il puzzle diventa una cosa seria. Si inizia dai 60 pezzi in su, per arrivare ai 200 tra i 6 e gli 8 anni, e via oltre.
Ci si può sbizzarrire: puzzle 3D e scelta della immagini. Ogni bimbo è unico e ha le sue preferenze ed è a questa età che il bambino impara a sviluppare la propria strategia.
E poi ci sono i puzzle geografici, facili da completare ma che insegnano tanto e spingono alla curiosità del viaggio.
Insomma, un gioco che stimola un processo di conoscenza di sé e di un mondo dalle immagini sempre più complesse e articolate.