Mamma, cosa guardavi in tv da piccola?

da | 30 Mar, 2020 | Lifestyle, Senza categoria

Avete già provata a guardare i cartoni animati di un tempo con i figli più piccoli, quelli della cosiddetta generazione Alpha?

“Quali cartoni animati? Lady Bug? Superpigiamini? Allora i Me contro Te, su You Tube?” “Amore, You Tube non c’era”. Silenzio. I cartoni animati rappresentano anche, in parte, la visione di un mondo, parlano di un tempo. Dai primi cartoons, quelli di Hanna e Barbera degli anni cinquanta nati per far ridere e intrattenere, di cose ne sono cambiate molte. Insomma oggi la tecnologia permette con estrema facilità di fare salti indietro: se non lo avete ancora fatto, provate!

Cartoni animati di mamma, vediamoli insieme

Il sociologo Mark McCrindle ha coniato per i nati dopo il 2010, un nuovo termine: loro sono quelli della generazione Alpha. Per rispondere alla domanda “cosa guardavi da piccola?” oggi abbiamo la grande opportunità di rispondere “ti faccio vedere, vieni”. Con un sorriso piantato all’angolo della bocca, perché il gioco mi procura un certo risolino, vado subito a cercare nella memoria. Poi vado su You Tube, che esiste e tiene insieme tutti i mondi. Via liscia con Pippi, Puffi, Pinocchio, Ape Maia, sembra terreno comune. Allora cerco qui, tra i cattivi, lo sport e la magia. 

Signorina Rottermeier versus Malefica 

Heidi. Tenera, Piccola, con un cuore così. Si, è ancora vero. Heidi spacca il cuore. E la signorina Rottermeier conferma il suo primato di cattiveria. Un mostro di ingiustizia, ma un tipo di ingiustizia  insopportabile. “Toglila, mamma, è più cattiva di Malefica”. E che Malefica, ne fa di tremende, forse peggiori. Ma ha le corna nere, vive in un mondo che tutto sommato non assomiglia molto al suo. La Rottermeier offende, umilia, non dà tregua. Un tipo di cattiveria, la sua, ampiamente diffusa nei nostri cartoons. Vi ricordate Lovely Sara o Pollyanna? Ecco, quel tipo di esercizio lì, non è più tanto di moda. C’è la sempre verde matrigna di Cenerentola, tra i classici, che tiene duro. La cattiveria proposta, se possibile creare delle tipologie, pare un po’ cambiata. Una via di mezzo non guasterebbe, no? Che di cattivi ce n’è bisogno, meglio abbondare nei racconti! 

Dove sono gli sportivi? 

Holly e Benjii, Mila e Shiro, Mimì Ayuara, ma anche Sampei che pescava, tutti in campo con Lotti che giocava a Golf, Jenny la tennista. Questo filone non lo ritrovo e anche a loro appare nuovo. Al centro l’ispirazione, l’impegno, il fare squadra. I numeri uno, gli assi, quelli che hanno la stoffa a prescindere. A guardarli ora, in effetti, sono un po’ più aggressivi di quanto non ricordassi. L’allenatore di Mila tira schiaffoni, mica lo ricordavo questo. Ma Alpha generation non sembra occuparsene, esclama “ma quanto ci impiega a colpire la palla, mamma?”. Quell’attesa lì, che a me teneva piantata fino al giorno dopo per vedere l’episodio successivo, è sfinente. E’ come una nota stonata.  

La magia nei cartoni animati 

Bacchette magiche, trasformazioni, amuleti, difensori del Bene, ne abbiamo? Si! Ieri e oggi in abbondanza. Lady Bug, ambientato a Parigi. Questo elemento spaziale, che io ricordo poco nei cartoni quando ero piccola, oggi vedo avere molta presa.  I luoghi rimangono in memoria, vengono riconosciuti anche se visti altrove. Marinette, che a me suona un po’ come un mix tra Kiss Me Licia e Magica Magica Emi, funziona bene. Chat Noir, che poi è Adrian, non è così diverso da Mirko, che se la vedeva con Satomi mentre lui se la vede, come Superman o Spiderman, con la versione potenziata di se stesso.  Pasticci identitari, insomma. Conditi di magia piacciono a tutti, generazione di transizione, a quella del millennio e a quella Alpha! In sintesi? Il pasticcio conta poco, quello che conta è “Lui non sa che è lei, ma non importa. Lei ama lui e lui la ama, ma non se lo dicono. Mamma, perché non se lo dicono?”

La Magia funziona sempre bene. Qualunque cosa pensi sia meglio, dire o tacere, farsi la domanda mi sembra già tanto. 

Prossima mossa? I Me contro Te non c’erano, no. Ma c’era La casa nella prateria, lo vediamo? 

 

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