L’inserimento al nido. Ovvero: il giorno in cui il cuore fa i conti con la realtà

da | 3 Set, 2018 | Lifestyle

E’ il primo giorno dell’inserimento al nido. Lo abbiamo scelto con cura e ora eccoci lì, davanti alla porta, con un groppo al cuore. E’ il primo vero momento di distacco. Facciamolo bene!

Asilo nido pubblico o privato. Comunque competente

Affidare un bambino piccolo a un nido pubblico o privato vuol dire fidarsi di una struttura e di personale preparato che garantisce metodi e procedure standard. Niente cioccolatini alle 11 di mattino. E se il bambino ha il mal d’orecchie, vi chiamano subito, state sicuri.

Punto forte del nido è che offre al bambino l’opportunità di rapportarsi con nuovi adulti di riferimento e soprattutto con un gruppo di pari, cioè bambini della stessa età, cosa che non accade in compagnia dei nonni o con la baby sitter.

Inoltre nel nido i locali sono adeguati alle esigenze dei bambini, i giochi sono adatti alle diverse età e il personale è preparato per l’assistenza e lo sviluppo dei piccini. 

Tutto questo per ribadire che, se avete iscritto vostro figlio al nido, avete fatto la scelta giusta. Averlo ben chiaro in mente aiuterà a superare il momento dell’inserimento. 

Inserimento al nido, tutto quel che c’è da sapere

Una volta iscritto il bimbo al nido, i genitori sono invitati a partecipare a un periodo chiamato pre-inserimento o inserimento. E’ il momento cruciale in cui si versano tutte le lacrime. Genitore e figlio devono imparare a separarsi l’uno dall’altro

Si tratta di un paio di settimane in cui le educatrici vi chiedono di accompagnare il bimbo nella struttura e lasciarlo in loro compagnia, gradualmente e per tempi via via crescenti.

I primi giorni potrete rimanere anche voi per un po’, poi dovrete all’ontanarvi mezz’ora e uscire, poi un’ora, poi due, finché il bambino avrà familiarizzato con il luogo e le persone e sarà pronto per rimanere tranquillo nel nido senza di voi per tutta la mattina o tutto il giorno,

L’inserimento è indispensabile per abituare il bambino a vivere nel nuovo ambiente, ma serve anche al personale del nido che impara a conoscere il piccolo e serve a voi per conoscere il personale e instaurare un rapporto di fiducia.

Lasciatevi consigliare da chi ha esperienza

L’unico buon consiglio che si può dare ai neogenitori che affrontano l’inserimento al nido è: seguite i suggerimenti delle educatrici. Hanno esperienza e sanno cosa aiuta il bambino e soprattutto cosa rende interminabile e difficile il distacco.

Se non riuscite a seguire i consigli (o se non riuscite a fidarvi) provate ancora. Se proprio non vi trovate bene, accettate l’idea che probabilmente quel nido non è adatto a voi e a vostro figlio.

Le prime volte che vi allontanate, può darsi che il bimbo pianga, ma più facilmente si guarderà intorno incuriosito e non piangerà.

Sicuramente piangerete voi, ma non fatelo davanti al bambino. Consideratela una reazione normale: siete il suo genitore, la sua protezione, siete stati insieme per così tanto tempo. Perché non dovreste piangere?

Se vi serve, pensate che è tutta biochimica: ormoni da stress responsabili del dolore dell’abbandono. Rassicuratevi e rassicuratelo. Siate sorridenti e sereni. Soprattutto, non dilungatevi troppo con baci e abbracci

E se il bimbo piange?

Se sentite vostro figlio piangere mentre andate via, rispettate esattamente quello che vi viene detto dalle educatrici.

Probabilmente, al vostro ritorno, vi comunicheranno che ha smesso di piangere non appena siete andati via. State certi che è successo proprio così.

Un suggerimento che spesso viene dato è di portare con voi un oggetto – il peluche preferito o il doudou – con il quale il bimbo potrà consolarsi e ritrovare qualcosa che conosce e che gli trasmette il senso di sicurezza di casa. Questo “oggetto transazionale” è molto importate: bisogna pensarci per tempo e trasformarlo in un vero compagno di giochi e di affetto.  

Quanto dura l’inserimento al nido?

Il tempo dell’inserimento dipende da molte variabili: dalla struttura, dal carattere del bimbo e anche da quello dei suoi genitori. In genere dura 10 giorni, ma può anche raddoppiare.

All’estero, soprattutto nei Paesi del Nord, i tempi sono più stretti, al punto che non esiste proprio il concetto di “periodo di inserimento”.

Visto l’impegno necessario, è meglio affrontare tutto questo prima di riprendere a lavorare

Fatelo come avete compiuto ogni scelta, con amore e serenità. Ripetete a voi stessi che “no lo state abbandonando”, ma anzi gli date un’occasione per socializzare, per imparare, per vivere con il gruppo.

Al nido non sarà più il cocco di casa, non le avrà tutte vinte. Imparerà la condivisione, le buone maniere, il controllo della rabbia e della frustrazione. Ovviamente se ha già uno o due anni, prima è impossibile.

Un buon consiglio, da genitore a genitore

Un ultimo consiglio, da genitore a genitore. I nidi offrono orari abbastanza lunghi. I nidi privati sono anche molto flessibili sulle festività. Tuttavia non esagerate. Anche se il nido è un posto piacevole, anche si il lavoro porta via tempo e risorse, trovate sempre il modo di passare del tempo con vostro figlio.

I bimbi percepiscono se sono gli ultimi a uscire (e per esperienza, è la cosa che li fa soffrire di più). Cercate di  andare a prendere il bambino un pomeriggio (meglio sempre lo stesso) un po’ prima del solito. Anche l’altro genitore può fare lo stesso.

Sarà un grande regalo per tutti, per il bimbo e per voi. Concedetevelo, perché i primi anni volano. E presto li rimpiangerete, credeteci!   

 

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