Scuole chiuse: cosa accade negli altri paesi europei?

da | 9 Nov, 2020 | Lifestyle, News

Il nuovo decreto ha interrotto la didattica in presenza per le scuole secondarie: quali sono le scelte degli altri paesi e quali le misure adottate?

Dopo la lunga chiusura primaverile delle scuole, pensavamo che ragazzi e adolescenti non sarebbero stati coinvolti nuovamente coinvolti, ma purtroppo in Italia le cose stanno andando diversamente.

Dopo un mese e mezzo dalla riapertura, sono tornati alla DAD al 100% tutti gli alunni delle scuole superiori, le seconde e terze medie in cinque regioni italiane e tutte le scuole di ordine e grado in Campania e Puglia.

Cosa succede nel resto dell’Europa?

Per il momento, l’Italia ha stabilito la chiusura parziale delle scuole, penalizzando in modo particolare gli studenti della scuola secondaria. La causa di tale decisione è stata imputata ai trasporti pubblici, che poco hanno a che vedere con l’istruzione. 

Solo la Repubblica Ceca, il paese in Europa in cui la diffusione autunnale del Covid è stata più rapida, ha chiuso le scuole a metà ottobre, lasciando però aperte quelle per l’infanzia.

Negli altri paesi europei sono state adottate restrizioni simile a quelle attuate in Italia (ingressi scaglionati, distanziamento, mascherine e areazione) ma nessuno studente – fino all’Università – è rimasto a casa. Le lezioni online e videolezioni registrate sono previste solo in caso di quarantena individuale o chiusura della classe.

Francia

In questo secondo giro di lockdown, le scuole sono rimaste aperte, dal nido fino al liceo. I bambini devono portare la mascherina dai 6 anni.  “I nostri figli non possono essere privati per lungo tempo di istruzione, educazione e contatto con il sistema scolastico” ha affermato il primo ministro Macron. Secondo lui la chiusura delle scuole la scorsa primavera ha avuto “troppe conseguenze e danni, in particolare per le famiglie meno abbienti”.  Il coprifuoco alle 21 è stato adottato nelle città più grandi già da metà ottobre e anche la chiusura di bar e ristoranti.

Olanda

Il lockdown “intelligente” adottato dal governo di Mark Rutte nei Paesi Bassi nella scorsa primavera non è stato in grado di evitare l’impennata di contagi che si è verificata dalla fine dell’estate. Bar e ristoranti sono chiusi, mentre restano aperti musei e negozi. I genitori lavorano da casa in smart working, i loro figli invece continuano ad andare a scuola, dal nido ai licei. I cardini della sicurezza a scuola: gli studenti devono andare a scuola in bici o a piedi, evitando i mezzi pubblici, mantenere un metro e mezzo di distanza dagli insegnanti, evitare assembramenti nei corridoi e in classe. E areazione costante dei locali. Da un paio di settimane devono anche indossare la mascherina a scuola.

Belgio

Dopo la pausa autunnale (che prevede una settimana di vacanza a cavallo con il ponte del 1 novembre), in Belgio le scuole sono rimaste chiuse: dovrebbero ripartire dal 16 novembre con un’alternanza di insegnamento online e in presenza per le secondarie e in presenza per le primarie. 

Germania

Tamponi, tracciamento, tempestività sono le 3 T che caratterizzano la gestione del virus in Germania. La seconda ondata autunnale c’è ma più contenuta rispetto ad altri paesi. Il lockdown parziale prevede la chiusura di bar e ristoranti fino al 30 novembre. Scuole e asili restano aperti. I bambini indossano le mascherine sopra i 10 anni e devono mantenere la distanza di un metro e mezzo.

Spagna

La Spagna è l’unico paese che in primavera ha adottato la chiusura delle scuole lunga (al pari dell’Italia). Tuttavia oggi restano aperte e le restrizioni vengono decise dalle singole regioni. 

La differenza principale rispetto all’Italia riguarda le scuole primarie, che seguono le stesse regole della scuola dell’infanzia: niente mascherina e distanziamento ma viene adottata solo la divisione in “bolle” ovvero l’isolamento dell’intero gruppo. Sui mezzi di trasporto anche i bambini sopra i 6 anni devono indossare la mascherina.

Regno Unito

Al contrario degli altri paesi europei, la misurazione della febbre non è obbligatoria (e neanche raccomandata). La tendenza però è quella di massimizzare il distanziamento a due metri e si sconsiglia vivamente di fare incontrare gli studenti fuori dalle classi. Obbligo e modalità relativi all’utilizzo delle mascherine vengono stabiliti dagli istituti stessi, ma i bambini devono indossare la mascherina sui mezzi pubblici. 

Grecia

Qui vengono adottate tutte le restrizioni possibili, inclusa la mascherina sopra i sei anni, ma con un dettaglio in più: molte scuole hanno acquistato i pannelli divisori in plexiglass da mettere tra i banchi e si ipotizza di ridurre il numero degli studenti per classe a 15. Il limite di capienza degli autobus è 65% e alle persone di età superiore ai 65 anni è vivamente sconsigliato spostarsi.

 

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