Vita da scalzi. Quanto fa bene il barefooting (e dove praticarlo)

da | 26 Giu, 2017 | Green, Lifestyle

In casa è il segno inequivocabile che la giornata di lavoro è finita. Fuori è il vero contatto con la natura, l’ideale di libertà per eccellenza: camminare a piedi nudi sulla sabbia o sull’erba fresca di un prato. A prima vista, non c’è nulla di più normale, naturale e umano che muoversi scalzi ma nella vita di tutti i giorni sembra quasi impossibile farlo. Girare a piedi nudi è diventato un privilegio, una disciplina, persino un simbolo. E come ogni disciplina, simbolo o movimento, si è visto etichettare una bella definizione, rigorosamente in inglese. È nato così il barefooting.

Nascono (e rimarrebbero) scalzi

I primi promotori del barefooting – per quanto sostanzialmente ignari di questa loro missione – sono i bambini, che nascono scalzi e procederebbero volentierissimo così, non fosse per gli inviti ripetuti e crescenti a mettersi le calze e le scarpe. Perché prendi freddo, perché il pavimento è sporco, perché ti fai male. E via rimproverando. Dunque, chi avrebbe davvero bisogno di una riprogrammazione a base di barefooting sono i grandi, quel mondo di adulti rinchiuso e compresso all’interno di mocassini, sandali, zeppe e tacchi a spillo.

In giro per l’Italia non mancano le strutture in cui questa disciplina non solo è praticata, ma anche consigliata, come fosse un trattamento di salute o di bellezza. Perché diciamocelo: camminare scalzi fa bene. Alla circolazione del sangue, ai piedi stessi che si rafforzano. E poi è migliorativo della termoregolazione e della postura, permette un massaggio naturale soprattutto su superfici ruvide, ma soprattutto ha il potere di regalare pace alla mente.

A spasso nel bosco

Basta scegliere la location e la camminata libera, quasi selvaggia, verrà di conseguenza. Per chi ama le montagne il miraggio è quello di potersi incamminare all’interno di un bosco. A Naz, in provincia di Bolzano, si può fare qualcosa di simile all’Hotel Seehof Nature Retreat, che mette a disposizione guide e percorsi ad hoc spaziando dall’acqua del lago naturale di Flötscher Weiher alla cedevolezza delle foglie secche, fino al solletico delle erbe alpine (Informazioni: 0472 412120, info@seehof.it).

GG vita da scalzi ecco spiegato il barefooting1

Sensazioni simili si possono provare, sempre sulle Dolomiti nel Beauty & Wellness Resort Garberhof di Malles. Qui il “piatto forte” di chi ama viaggiare senza lacci è il percorso Kneipp, che prende il nome da Sebastian Kneipp, un abate bavarese che nell’800 consigliava di camminare alternando acque calde e fredde per stimolare la circolazione e sentirsi leggeri. Ed è quello che accade nel giardino wellness (6000 metri quadri) della struttura. “Il contatto con l’acqua di montagna – spiegano gli esperti – aumenta le difese, previene le vene varicose ed è un toccasana per chi soffre di emicrania” (Informazioni: 0473 831399, oppure info@garberhof.com).

Piedi sotto la sabbia

Ammettetelo: qual è la prima cosa che fate quando arrivate al mare? Via le scarpe e piedi sotto la sabbia. Meglio se scotta. La seconda? Richiamare con un urlo i bambini, che invece la sabbia hanno già cominciato a infilarsela ovunque, mutande comprese, se non sono passati direttamente allo stadio successivo: il tuffo in acqua. Vestiti, si intende. Ecco. Se tutto questo non ha nulla di rilassante, un’alternativa si trova in alcune strutture specializzate che accolgono i loro clienti in luoghi balneari, in Sardegna come in Basilicata. Basta scegliere, come dal menu di una pizzeria, il tipo di sabbia che si vuole calpestare (a piedi nudi, si intende). Se va bene la sabbia bianca, la spiaggia di Su Giudeu di Chia – in provincia di Cagliari – fa al caso vostro e dei vostri bambini. L’Hotel Aquadulci è unito al mare da un sentiero che riunisce quattro terreni diversi, quattro sensazioni da provare una dopo l’altra. E così si può uscire dalla stanza con le infradito in mano, passare dal giardino all’inglese sulla passerella di legno che attraversa il parco di morbide dune, rifugio dei fenicotteri rosa. E dopo le sabbie bianche, finalmente, il mare (Informazioni allo 070 9230555, oppure info@aquadulci.com).

GG vita da scalzi ecco spiegato il barefooting2

A Maratea, in provincia di Potenza, il mare regala alla terraferma una distesa irregolare di ciottoli lavici della Spiaggia Nera, testimonianza delle origini vulcaniche del luogo. Addirittura, da queste parti, è abitudine celebrare i matrimoni con i piedi scalzi (ma questo avviene – il più delle volte – prima di diventare lettori di GG). Per il dopo matrimonio, il gusto della camminata scalza rimane immutato. E presso una struttura come l’Hotel Villa Cheta si trova addirittura un viaggio sensoriale unico, tra fiori e panorama mozzafiato (Informazioni: 0973 878134, info@villacheta.it).

Sulle orme di San Francesco

Mai come in questo caso, ripercorrere le orme di qualcuno può risultare un modo di dire azzeccato. Perché accanto a mari e montagne, c’è anche la classica via di mezzo: la campagna e il dolce ondeggiare delle colline. In Umbria c’è la possibilità di seguire gli insegnamenti – non solo spirituali – di un padre della Chiesa come San Francesco, che era solito viaggiare scalzo e che scelse proprio Gubbio, oltre che per parlare con i lupi, per spogliarsi di tutti i suoi averi ed entrare in comunione con la natura. Un cammino simile viene offerto ai visitatori che scelgono di percorrere il “Sentiero del Santo” lungo il Percorso Francescano per la Pace, che unisce Gubbio ad Assisi. La strada passa accanto al Castello di Petroia, maniero medievale che si trova all’interno di un parco naturale in provincia di Perugia e che ospita anche l’hotel che porta il suo nome. A disposizione, una immensa tenuta in cui camminare scalzi. Meglio al mattino, quando si può entrare in contatto anche con la rugiada lasciata dalla notte. Tanto i bambini saranno già svegli, siamo in vacanza, mica c’è tempo per dormire (Informazioni: 075 920287, info@petroia.it).

Le sorgenti delle streghe

E se fino a ora il bambino vi ha seguiti un po’ svogliato, magari sbuffando, preparategli la sorpresa finale: sempre sulle Dolomiti, nell’Alpe di Siusi, è possibile fare un percorso particolare e suggestivo. Da queste parti, lo chiamano il “Bosch Curasoa” (dal latino “curare”). Si trova a Saltria, dove sgorgano sorgenti di zolfo dalle proprietà benefiche. Proprio lì, la leggenda ha collocato il sentiero delle “Sorgenti delle streghe”. I bimbi possono percorrerlo con una guida d’eccezione, la strega Curandina, che li porterà alla scoperta dei diversi ambienti naturali e delle tante specie vegetali e animali (Informazioni: 0471 709600, info@seiseralm.it).

Al super e sull’autobus

Camminare a piedi nudi in città è roba dell’altro mondo? Certo che sì. Gli australiani vanno pazzi per il barefooting e lo praticano normalmente, anche in città. Scarpe in mano, entrano nei negozi o salgono sull’autobus senza preoccupazione di ritrovarsi i piedi doloranti l’indomani. Certo, Sidney è più pulita e più curata delle nostre città (e soprattutto ha la baia) ma il cemento è simile al nostro. La differenza è una sola: “this is Australia”.

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