Back to school: una storia ci salverà

da | 30 Ago, 2023 | Lifestyle, Partner

Holden per le Scuole propone corsi mirati e laboratori per studenti e studentesse e per insegnanti, pensati per colmare le distanze tra i rispettivi immaginari e instaurare in classe un dialogo più proficuo, sia nell’affrontare le materie classiche, sia nel trattare temi di attualità, sia nell’avvicinarsi al mondo delle storie

Di Davide Cerreja Fus

Ti svegli, e fuori è ancora buio.

Ti muovi a memoria, gli occhi una fessura, mentre cerchi meccanicamente qualcosa da mangiare e una bevanda che ti regali un po’ di calore. Perché senti anche un po’ di freddo, e il tuo corpo a questa sensazione non è più abituato.

Per la notte devo vestirmi di più, pensi. E mentre già rimpiangi il contatto delle lenzuola con la pelle nuda delle gambe, il tuo corpo cerca di non svegliarsi del tutto, permettendo al cervello di schermarti dai rumori striduli e cantilenanti che ti circondano per farti aggrappare ai ricordi, già offuscati, di un periodo che non esiste più e mai tornerà.

Lo zaino è pronto, ci hai messo tutto anche se non servirà niente, perché sai che solo l’istinto e la scaltrezza potranno salvarti da una situazione che sapevi sarebbe arrivata ma hai voluto ignorare. Ed è proprio quel peso inutile sulle spalle a risvegliarti, riportandoti a doveri e responsabilità negate per mesi che adesso ti si ritorceranno contro.

Fuori è tutto diverso, e ti chiedi come sia possibile che quello che ieri era verde e profumato oggi sia grigio e sappia di umido. Ti sorprendi a pensare che non sia nemmeno una sensazione sgradevole, ma vuoi mettere con quel mosaico di istanti, fragranze, suoni, colori e subbugli di budella che ancora bombardano la tua mente?

Devi solo smettere di pensarci, e forse ti aiuterà quel gruppetto fitto e caracollante che ti viene incontro e non volevi incontrare. Amici o nemici? Per sicurezza ti fermi dietro a un muretto, fingi di allacciarti le Converse usurate e sbiadite, aspetti che sfilino sperando che non ti vedano, con quegli occhi cisposi e pieni di sonno che, in fondo, ti ricordano i tuoi. Pupille spente, che guardano ma non vedono: tanto sono le gambe che, meccanicamente, ti portano dove devi andare, come una cavia dentro un labirinto.

Arrivi a destinazione e i gruppetti sono sempre di più. Difficile evitarli, ma hai studiato una traiettoria che ti permette di sgusciare velocemente senza incrociare troppi sguardi. Nel frattempo, lanci occhiate fugaci per studiare la situazione, registrando la presenza di facce sconosciute, disorientate e orribilmente butterate; altre ben note, bruciate dal sole e odiosamente sicure di sé; altre ancora pallide e chine su testi arcani che solo loro sanno decifrare – e forse per questo riusciranno a sopravvivere. Vedi anche qualche faccia amica, ma saluti con un gesto rapido perché ci sarà tempo per parlare più tardi. Ora la tua missione è entrare nell’Edificio, e guadagnare la posizione che garantirà la tua salvezza nei periodi a venire.

Sei dentro, l’odore è un misto di disinfettante, polvere e fragranze che dovrebbero essere profumi ma sono solo fastidi all’apparato olfattivo. Hai l’esperienza adatta a capire in fretta la tua destinazione, ti muovi con sicurezza e agilità, entri nello spazio a te assegnato e le posizioni migliori le hai già perse. Capisci che un’incertezza al risveglio o una Converse allacciata per finta possono costare molto care. Ti accontenti, prendi un posto comunque accettabile: al limite ti farai scudo con chi ti starà accanto, possibilmente un esemplare che ci sappia fare con i testi arcani.

Ma adesso è tardi, non c’è più tempo per pensare, perché uno dei Diversi ha già fatto il suo ingresso e, dopo aver ottenuto il silenzio, ha già infranto le tue speranze con un secco e perentorio: «Non me ne frega niente delle vostre vacanze. Andate a pagina 23, ché siamo già in ritardo».

 

Attingere all’immaginario

Se leggendo queste righe avete creduto, anche solo per un momento, di trovarvi in un universo simile a quello di The Walking Dead o di The Last of Us, o di respirare – con le dovute proporzioni – le atmosfere di Anna di Niccolò Ammaniti o de La strada di Cormac McCarthy; e se, dopo lo svelamento finale, avete annuito ricordando con un sorriso le sensazioni dei vostri primi giorni di scuola dopo le vacanze estive, ecco: non è merito mio. Quello che mi sono limitato a fare – e potevo anche parlare del primo giorno di lavoro, perché la vita non è altro che un susseguirsi di eventi alienanti e potenzialmente distopici proporzionati all’età – è stato attingere al vostro immaginario, ovvero tutto quel substrato di immagini (appunto), stili, situazioni ed emozioni che si è formato dentro di noi attraverso le migliaia di storie che il nostro cervello ha immagazzinato fin dalla più tenera età. Provate a pensarci un attimo, e vi renderete conto che l’immaginario ci definisce molto di più di quanto consciamente potremmo accorgercene: come ci vestiamo, come ci muoviamo, che musica ascoltiamo, quali sono i nostri cibi preferiti, come percepiamo determinate situazioni: insomma, tutta la narrazione di noi stessi e noi stesse altro non è che una proiezione di tutte le narrazioni che abbiamo assorbito come spugne.

E detta così, sembra una cosa piuttosto importante. Di quelle da coltivare, interrogare, analizzare. Senza stare su un divano con un orologio che scandisce i minuti mentre parlate della vostra infanzia (immaginario, ancora tu!), però insieme a uno bravo, o una brava: gente che nell’immaginario ci sguazza come un Di Caprio dentro i sogni di Inception.

 

Una storia ci salverà

Ecco, di mentori solidi e affidabili in tal senso ne ho conosciuti un sacco alla Scuola Holden, un luogo che da quasi trent’anni allena i muscoli dedicati alla narrazione e che, in quanto a immaginario, non teme confronti. Innanzitutto, perché la scuola è stata costruita dentro una vecchia fabbrica di bombe di Torino, un posto con tanto di torretta dell’orologio e gargoyle all’entrata; e poi perché, dentro alla fabbrica di bombe, potete trovare un ufficio a forma di galeone dei pirati, che porta il nome di Fronte del Borgo e si occupa di offrire, a studenti e studentesse under 18, corsi gratuiti di avvicinamento alla lettura e alla scrittura per scoprire le loro unicità attraverso le storie.

E poiché anche i pirati devono sopravvivere – ché di solo immaginario non si campa – ecco che della ciurma del galeone fa parte anche Holden per le Scuole, un’area a pagamento che è una mano tesa verso il mondo dell’istruzione, con la sua proposta di corsi mirati che si prefigge di arrivare là dove i programmi ministeriali si fermano e oltre. Sono laboratori, tanto per studenti e studentesse quanto per insegnanti, pensati per colmare le distanze tra i rispettivi immaginari e instaurare in classe un dialogo più proficuo, sia nell’affrontare le materie classiche, sia nel trattare temi di attualità in modo costruttivo, sia nell’avvicinarsi al mondo delle storie per trovarci dentro pezzi di noi e del mondo che ci circonda. E pensati anche per tentare il movimento opposto, partendo dalle nostre esperienze e da un immaginario consapevole per scrivere, comunicare, creare un ulteriore immaginario da condividere con le altre persone.

Perché, in parole povere, siamo animali narranti: e anche se il futuro fa paura, le esperienze di vita ci sembrano una continua distopia e avvertiamo che ogni passo ci avvicini alla fine del mondo così come lo conosciamo, raccontare è sempre la forma migliore di esorcismo.

Una storia ci salverà, anche quando la campanella suonerà minacciosa.

 

I corsi di Scuola Holden

Imparare dovrebbe essere sempre un’emozione, un modo di scoprire mondi che, da soli, non si raggiungerebbero mai. Per questo, la Scuola condivide metodi didattici con chi ogni giorno si occupa di formazione e si impegna per far capire al maggior numero di bambini e ragazzi che leggere, scrivere e raccontare storie è strepitoso: ecco alcuni dei corsi proposti quest’anno.

Io, mostro
Un laboratorio sul fantastico che, attraverso l’analisi della figura del “mostro”in diverse narrazioni, usa la scrittura per indagare la propria identità, includendo tematiche di scrittura autobiografica. Con Domitilla Pirro e Francesco Gallo

 
 
Sopravvivere all’Apocalisse – e imparare a raccontarla
Questo corso insegnerà a districarsi nei meandri della letteratura distopica. Esploreremo il mondo selvaggio e spesso post-atomico di romanzi, videogiochi e racconti seriali. Insieme vagheremo tra Hunger Games e Fallout 4, all’incrocio tra La strada di Cormac McCarthy e i crocicchi desertici di Mad Max: Fury Road. Spingeremo un po’ più in là i confini della scrittura di genere, divertendoci a fare i conti con tecnologia e tecnofobia, fino a creare società apocalittiche personalissime e i loro antidoti. Perché il futuro smetta di fare paura, con le parole giuste per raccontarlo. Con Domitilla Pirro

https://scuolaholden.it/sopravvivere-all-apocalisse-e-imparare-a-raccontarla/

 
Cose serie – Sceneggiatura per under 18
Con questo corso imparerai a farti venire mille idee e a non aver paura di scrivere castronerie. Imparerai anche a porti un sacco di domande su quello che consumi quotidianamente: come si immagina e come si scrive una serie TV, che cos’è un’idea di serie, come facciamo a riconoscerla, in che modo un tema che ci sta a cuore si trasforma in racconto, e come interagiscono con altri media. Per esempio, il gaming è un vasto territorio da saccheggiare per capire come costruire universi narrativi potenzialmente infiniti. Pensiamo a The Last of Us! Con Aaron Ariotti

 
 
Bussole – Insegnare a guardare
Questo percorso serve a scoprire che le immagini sono storie, raccontate con una grammatica specifica. Impararla significa saper leggere correttamente questo tipo di narrazione, per poi scrivere in maniera consapevole. Con Davide Cerreja Fus

Davide Cerreja Fus ha passato l’infanzia a inventarsi storie, cavalcando una sedia al contrario vestito da cowboy. Poi ha deciso di farne un mestiere. È laureato in Storia del cinema italiano e diplomato in Tecniche della narrazione alla Scuola Holden, e negli anni ha lavorato a film, documentari, videoclip, spot, video didattici e istituzionali, ricoprendo (con una certa schizofrenia) i ruoli di regista, aiuto regista, operatore di ripresa e montatore. Per qualche mese ha fatto anche il postino, e di storie – anche qui – ce ne sarebbero da raccontare. Collabora con la Scuola Holden come autore, regista e videomaker, oltre a tenere corsi di narrazione cinematografica e laboratori di camera e montaggio. Alcuni suoi articoli e racconti sono apparsi su antologie e riviste letterarie.

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