La mano è l’elemento di raccordo tra il fare e il pensare, ma quanto poco la conosciamo? Una mostra U.MANO alla Fondazione Golinelli di Bologna ci parla di lei attraverso più piani di lettura, in un percorso storico e artistico che va da Caravaggio a Guercino, da Carracci a Pistoletto
A Bologna, la mostra U.MANO prende avvio da due grandi installazioni centrali: le mani chiuse, emblema della riflessione sulla propria origine e interiorità, e quelle aperte, che rappresentano l’esplorazione e la conoscenza del mondo.
Lungo il percorso si ammirano due atlanti anatomici straordinari.
Il primo è il De humani corporis fabrica di Andrea Vesalio e i Deux Livres de chirurgie di Ambroise Paré. Il secondo è un capolavoro del Settecento, le cere anatomiche di Anna Morandi Manzolini, che ci porta al confine tra scienza e arte.
La mano protagonista
In U.MANO, l’installazione mano-cervello è una scultura “aumentata” che invita a osservare come osserviamo, giocando con gli inganni della percezione.
Dipinti come la Madonna col Bambino attribuita a Caravaggio e un’opera di Michelangelo Pistoletto che reinterpreta il dito della Cappella Sistina, accompagnano i visitatori verso un laboratorio di gamification che trasforma la mostra in un gioco immersivo di Virtual Reality.
L’ultimo passo ci conduce a un presente avveniristico in cui la mano è protagonista come arto bionico, in un’opera di ingegneria avanzata realizzata dai ricercatori di BionIt Labs.
La mostra è curata da Andrea Zanotti con Silvia Evangelisti, Carlo Fiorini e Stefano Zuffi e prevede percorsi didattici dedicati per le scuole primarie e secondarie. È aperta al pubblico fino al 9 aprile 2020.
U.MANO – Arte e scienza: antica misura, nuova civiltà – Fondazione Golinelli
Da martedì a domenica, Ingresso: 10 euro intero, 8 euro ridotto, 10 euro biglietto attività + visita per bambini e ragazzi.
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