Granchietti e altri animali: rispettiamo la spiaggia

da | 20 Lug, 2023 | Green, Lifestyle, Viaggi

Rispettare gli animali in spiaggia tra etica e legalità: dobbiamo essere un esempio per i bambini, perché il cambiamento inizia da ciascuno di noi

Immaginiamo la scena: tarda mattinata, parco cittadino. Quattro bambini sono inginocchiati ai piedi di una grande quercia. Poco distante i genitori in cerchio chiacchierano ridendo. I bambini sembrano divertiti. Ci avviciniamo a loro e notiamo che stanno legando delle buste di plastica intorno al collo di due scoiattolini mentre osservano la scena e cercano di catturare altri animaletti avvicinandoli con alcune ghiande.
I genitori li guardano e li incitano a divertirsi ancora, invitandoli a cercare altri animaletti da maltrattare, così che loro possano continuare a chiacchierare mentre i bambini si intrattengono con “il gioco”. Avete immaginato la scena?
Quanti passanti rimarrebbero a guardare senza dire e fare nulla? Quanti altri bambini, inizierebbero a piangere nel vedere un tale maltrattamento? Ma… se invece di scoiattolini, fossero granchietti negli scogli del bagnasciuga? 

Non sono solo granchi

Una scena comune, quotidiana, in tutte le spiagge italiane, per tutta l’estate. Granchietti, meduse, pesciolini, polpi, stelle marine vengono catturati in secchielli e retini come divertimento dei bambini. E tutt’intorno bagnanti, genitori, bagnini e altre famiglie osservano la scena senza nemmeno rendersi conto di quello che sta realmente accadendo, perché “si è sempre fatto così”, perché… “sono bambini!” o, peggio, “sono solo granchi!”
Purtroppo, è incredibilmente difficile sradicare certe consuetudini che a forza di vederle è difficile non reputarle normali.
Ma prendiamo un po’ di distanza e osserviamo di nuovo la scena: è davvero normale maltrattare un essere vivente per divertimento? Cosa c’è di normale in un genitore che uccide esseri viventi di fronte ai suoi figli, pur di farsi il bagno al mare in pace?
Cosa c’è di normale in un influencer che fa morire animali solo per farsi un selfie?

Maltrattamento animale

Ogni anno decine di migliaia di animali marini subiscono questa sorte per il solo fatto di essere animali poco carismatici. Animali che forse si pensa non abbiano un’anima o che non meritino rispetto e dignità, perché non sono simpatici cagnolini o teneri uccellini colorati.
Ma cosa c’è di diverso tra un passerotto e un granchietto? Tra una farfalla e una medusa? Tra uno scoiattolo e un pesce? Nulla. Nulla è diverso nel diritto alla vita che tutti gli esseri viventi hanno e meritano. E la legge è chiara su questo punto. Nell’Articolo 544 ter del Codice penale si legge: “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro.

La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell’animale”. Anche la Corte di Cassazione si è espressa sul tema del maltrattamento animale, nel quale rientra anche la detenzione di animali marini incompatibile con la loro natura, esattamente come nel caso di un granchietto prelevato dal mare con un retino e costretto a stare in un minuscolo secchiello per ore solo per essere osservato.

Mediare la naturale curiosità dei bambini

Quindi: catturare granchietti, meduse e pesciolini è illegale, ma pochi lo sanno e così, nella totale buona fede, i bambini continuano a mietere vittime, torturandole.
La curiosità delle nostre figlie e dei nostri figli è quanto di più meraviglioso ci sia sulla Terra. Il loro voler cercare e scoprire è la linfa vitale dell’intelligenza che per nulla al mondo dobbiamo soffocare. Tuttavia, la curiosità deve essere mediata dagli adulti e indirizzata verso comportamenti rispettosi e consapevoli nei confronti della natura e degli altri esseri viventi.
Noi adulti siamo i soffici guanti di etica con cui i bambini si approcciano al mondo e per questo è necessario essere presenti quando i bimbi iniziano a voler interagire con gli animali e le piante.
Possiamo, dunque, osservare i granchietti. Possiamo anche cercarli e perfino raccoglierne un paio. Li mettiamo nel secchiello, all’ombra per pochi minuti, li guardiamo, li studiamo, li fotografiamo, raccontiamo alcune notizie sugli animali, sul perché siano a rischio, sul fatto che i mari siano inquinati e su cosa possiamo fare noi per migliorare la vita di questi animali. Cerchiamo di coinvolgere i bambini a proteggere le vite.

Diamo il buon esempio!

Ci sono meduse in mare? Siamo noi ad allontanarci, non certo le meduse che devono essere uccise per permetterci di fare il bagno come in una piscina. Per noi il mare è un di più, un hobby, un divertimento. Per le meduse è casa. È tutto ciò che hanno. Il fatto che possano eventualmente pungerci non è una buona ragione per ucciderle, insegnando ai nostri figli che la violenza è l’unico modo per risolvere un problema. Piuttosto prendiamole con un secchiello ed entro mezzora liberiamole a largo, dove non ci sono bagnanti. Così tutti felici e viventi! Tra l’altro, se ci sono tante meduse è colpa dei cambiamenti climatici, non certo colpa loro. E lo sapete che le meduse sono il cibo preferito delle tartarughe marine? Per questo spesso si trovano tartarughe morte piene di plastica nello stomaco: perché confondono le buste di plastica per meduse.
Lo stesso vale per le stelle marine, sempre di più utilizzate come cornice dei nostri selfie. Peccato che basta un minimo contatto con una stella marina per ucciderla. Le nostre mani calde, spesso unte di crema, le portano a disidratazione e surriscaldamento o infezioni mortali. Basta un contatto fugace dentro l’acqua per danneggiare i delicati pedicelli ambulacrali delle stelle marine, che invece, quando vengono tirate fuori dall’acqua rischiano di morire per embolia, anche a distanza di giorni. Si crea infatti una bolla d’aria nei loro canali idraulici che le porta a morte certa.
Sono bellissime e delicate: osserviamole a distanza, senza disturbarle.

Raccogliamo plastica, non conchiglie

Il cambiamento inizia da ciascuno di noi. Perciò quest’estate andiamo insieme ai bambini a raccogliere plastica in spiaggia e non conchiglie! Le conchiglie sono riparo, cibo e risorse per tantissimi animali marini. Sono un’importante barriera che protegge le spiagge dall’erosione e non un centrotavola. Insomma, il compromesso tra divertimento ed etica esiste, cerchiamolo insieme e diamo il buon esempio a tutta la spiaggia.

Di Chiara Grasso, etologa

Eticoscienza.it

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