I congedi retribuiti al 50% saranno concessi solo per chi ha bambini in quarantena a causa di un positivo in classe, fino al 31 dicembre. Ma per i lavoratori in smart working, solo congedi parentali, ferie o permessi
Il numero di classi in quarantena sta aumentando, alcuni hanno già attraversato le due settimane di chiusura e sono tornati a scuola, altrettanti sono oggi i confinati in casa e tutti gli altri sono consapevoli che prima o poi potrebbe arrivare il loro turno.
E la classe si sa, chiude da un momento all’altro, alla notizia del primo tampone positivo. Cosa possono fare allora i genitori?
Sono due le possibilità per conciliare questa situazione di emergenza con il proprio lavoro.
Gli equilibristi dello smart working
La prima, se possibile, è il lavoro in smart working , se la propria attività lo consente: una soluzione che con l’aggravarsi dell’epidemia tornerà su larga scala.
Non si tratta di una vera e propria soluzione, diciamolo: è impossibile per chiunque fare meeting ed essere produttivo per 8 ore quando si ha uno, due o più bambini (magari in età 0-6) da guardare, sfamare ed evitare che muoiano a causa di un incidente domestico.
Il congedo Covid 50
Durante il lockdown, il congedo di 15 giorni retribuito al 50% è stato utilizzato da oltre 400mila persone.
Questa misura, riattivata dal 9 settembre, è stata ora prolungata fino al 31 dicembre: il congedo prevede un’indennità del 50% della retribuzione, pagata dall’INPS, ed è possibile richiederlo più di una volta.
Per ottenerlo è necessario presentare l’attestazione dell’ASL in cui viene dichiarato la durata effettiva della quarantena imposta a tutti gli alunni che frequentano la classe in questione. Secondo la circolare 116 del 02/10/2020 INPS, l’attestazione può essere presentata entro 30 giorni dall’inizio del congedo.
Condizione fondamentale: se è possibile svolgere il lavoro in smart working (questo vale sia per il richiedente che per l’altro genitore) non è possibile richiedere tale congedo.
Inoltre, solo un genitore alla volta può accedere al congedo, e si viene esclusi se l’altro genitore è disponibile per qualsiasi motivo (cassa integrazione o disoccupazione).
Solo per i contagi a scuola
Un’altra criticità è rappresentata dall’origine del contagio. Questo infatti, deve essere avvenuto a scuola (o facendo attività sportiva regolamentata) e indicato come provvedimento dall’ASL. I casi in cui i contagi avvenuti in luoghi diversi non si ha accesso al contagio. .
Per tutti gli altri casi e categorie che non hanno accesso al congedo retribuito al 50%, restano i congedi parentali ordinari, le ferie o permessi. Alcune aziende stanno cercando di venire incontro ai dipendenti integrando la retribuzione e concedendo permessi retribuiti e non, ma la gestione è lasciata esclusivamente ai datori di lavoro.